Non ho deciso di darmi al parapendio (benchè sia nella mia To-do-list, visto che mi intriga un sacco) e nemmeno al paracadutsimo (no, grazie, quello mi fa proprio paura).
Le prove tecniche di volo sono quelle che ho fatto lunedì 31 Dicembre al campo sportivo della mia città. In pista, ma non in pista.
Mi spiego: lunedì mi sono state date in dotazione un paio di scarpette chiodate (le mie prime!), in vista della prima gara di cross di domenica 13 Gennaio a Scandiano.
Le scarpette chiodate consistono in un paio di scarpe da corsa, ma molto, molto più leggere, con una suola molto sottile dove possono essere avvitati fino a 7 chiodi di lunghezza diversa. Questo permette di poter correre, a seconda della lunghezza dei chiodi, sullo sterrato o in pista.
Questo breve riassunto, l’ho fatto perchè io fino a quando Gigi (il mio coach) non me le ha date in mano, non avevo VERAMENTE idea di come potessero “funzionare”.
Il problema più grande è stato trovarne un paio della mia misura.

Le mie Brooks bianche e nere.
Inizia passandomi un paio di Diadora, 7 e 1/2. No, troppo piccole.
8? No, piccole.
8 1/2? “Gigi, ma un po’ devono fasciare? Tipo scarpette da arrampicata?” (giusto per farvi capire che quando NON ne ho idea, potreste vendermi qualsiasi cosa.)
9? Ok, già meglio. Non mi chiedete a cosa corrisponda, ma se mai vorrò metterci i plantari mi servirà una doppia cifra… E vabbè, d’altronde vi ricordo che Cenerentola l’unica volta che ha dovuto correre nella sua vita non le è andata benissimo (scendeva a manetta dalle scale, ha perso la scarpa, ed è stato un casino poi ritrovare che era la sua … insomma, meglio avere il piede grande per fare certe cose).
Rimango affascinata osservando Gigi che mi avvita i chiodi, di diverse lunghezze; tanto oggi è una prova sullo sterrato intorno alle pista, quindi ok con misure diverse. Mi passa la prima: sono un paio di Brooks, nere e bianche. E’ come se mi avessero dato veramente la scarpetta di cristallo. Non riesco a smettere di rigirarla tra le mani, come se avesse in sè qualche potere magico. E’ leggerissima, e i chiodi forano tantissimo. (Gigi mi ha già pronosticato diversi tagli alle mani nel maneggiarle, evidentemente ha capito con chi ha a che fare).
Mi spedisce a fare un po’ di riscaldamento fuori, e visto che il programma prevedeva 2 tranche di variazioni da 15′ di 30” CF+30” CL, mi dice di fare riscaldamento e prima tranche su asfalto, dirottare poi nuovamente dentro alla pista e provare a mettere le scarpette.
Manco sto a raccontare com’ero tutta pimpante mentre correvo fuori… avevo la testa già appesa ai chiodi.
Finito “il compito” fuori, sono rientrata nel campo sportivo e mi sono infilata le scarpe: giuro, mi sentivo Dorothy, nel Mago di Oz. Se battevo 3 volte i talloni, sentivo che sarei andata a schioppo. Ovviamente non riuscivo a smettere di fare foto a queste nuove “bambine” mentre erano così tutte belle fiammanti. Immaginavo che di lì a un quarto d’ora quel bianco, non sarebbe poi stato più ppoi così bianco. E non mi sbagliavo.
Le facce di Gigi e dei ragazzi (velocisti) che stavano per allenarsi, mostravano visibili segni di compatimento per la mia persona che era tornata leggermente bambina.
Infilate le scarpette, sono entrata nel mio magico mondo. Sentivo le ginocchia andare da tutte le parti, i piedi scalzi, la terra che mi spingeva subito via veloce il piede… volavo!!!
E sentire l’urlo di Gigi dopo i 15′, mentre continuavo a scorricchiare (per puro godimento):
“Oooohhhh! Ma quanto dura ‘sto quarto d’ora?!?!”
Mi ha fatto ritornare bruscamente alla realtà. E adesso non vedo l’ora che sia giovedì o venerdì per fare il prossimo allenamento in pista. Perchè a Cenerentola secondo me piaceva volare; solo che non aveva le scarpe e il numero giusto per farlo :)
Che mito!!!
^_^ molto emozionata e felice (ovviamente) !!!
E anche un po’ “onoorata”, ti dirò … ;)
Come ci fai sorridere tu con i tuoi racconti non ci fa sorridere nessuno. :)
Ridere è la prima regola per andare forte, non lo sapevi?!?
;)
:)