Sono indecisa se iniziare con uno squillo di trombe o un suono di campane. In ogni caso, qua c’è da festeggiare e alla grande: venerdì scorso ho fatto la mia prima gara di corsa da Febbraio, cioè da quando mi sono infortunata la prima volta.
Voglio prenderlo come un buon segno, e me ne voglio un attimino anche fottere della scaramanzia e della sfiga, visto che fino ad oggi non sono riuscita a superare le 3 settimane di corsa senza farmi male (in pratica un cesso ambulante che tenta perennemente di correre). Perciò lo scrivo, così accada quel che accada, avrò sempre queste righe da rileggermi e da godermi.
Per fare questa “prova su strada”, proprio come le macchine, sono andata niente po’po’ di meno che a Santa Caterina – (frazione?) di Poleo, vicino a Thiene. Ok, sveliamo l’arcano: manco sapevo io che esisteva ‘sto posto, ma l’avere in loco il fidato Drugo, aka Vivere Stanca, con la sua carichissima squadra, La Fulminea, devo dire che mi ha aiutato parecchio a prendere fiducia e a fare quel salto nel: “Ce la farò a correre senza farmi male?!?” Come al solito, i blocchi psicologici che ci creiamo, signori, sono l’esempio lampante di come il nostro primo nemico da affrontare siamo noi stessi.
Insomma, la garetta in questione era una non competitiva (cioè, non competitiva sulla carta, perchè come sempre il sacro fuoco poi lo vedi anche nelle non competitive di Topolinia) di 7km in salita, con 400m di dislivello e arrivo presso la suggestiva chiesa sul cucuzzolo di Santa Caterina (naturalmente), dotata di campane assai famose (visto che ci sono pure video su YouTube, vedete voi).
Come al solito: la me di 7 mesi fa, si sarebbe fatta sberleffe di un tragitto così corto anche se impegnativo per il dislivello, la me di venerdì scorso invece, titubava pensando a quante buche potevano esserci sull’asfalto, a calcolare se scientificamente potesse esserci anche una minima pendenza di discesa in tutta quella salita, ma soprattutto, pensava se sarebbe arrivata in fondo con due gambe, un cuore e una testa.
Occhi puntati a terra, mente concentrata e via. Su per la salita, conclusa in 40′ e spiccioli. Naturalmente mi sono dimenticata di avere un cronometro serio al polso e l’ho stoppato dopo l’arrivo mentre cazzeggiavo tranquillamente al traguardo. Evabbèh, segno che nonostante tutto, sono sempre io.
Il percorso della gara è stato davvero bello, immerso nel verde lungo una strada chiusa al traffico (e con tanto di tifo a bordo strada, in Veneto davvero i runner sono considerate persone serie). L’unico pensiero “extra” a parte il: “non-farti-male-stordita!” è stato vedere il tramonto. “Oddio, sto correndo e vedendo un tramonto insieme!” Posso dirlo che non mi succedeva da settembre? La magia delle cose semplici.
E adesso cerchiamo di superare questa fatidica, maledetta, terza settimana. Santa Caterina aiutami tu, you know what I mean.
il più è fatto, adesso c’è tutto agosto per prepararsi al periodo più figo – runnisticamente parlando – dell’anno: settembre. Buon allenamento!
eheheh certo, ma Settembre per me sarà ancora un “pre-stagione” :) Per recuperare 5 mesi di inattività credo che la prox stagione runneristica che mi godrò veramente sarà nel 2014 (sempre con corna dietro la schiena, eh!)
Buone corse anche a te!