Quel che resta di un triathlon

Sono giunta alla conclusione che il triathlon per me è come le feste comandate. Almeno una volta all’anno lo devo fare, così come ho fatto anche ieri nel Triathlon Sprint Città di Faenza.

Non so se sia perchè mi sento un po’ kamikaze dentro, perchè mi piace crearmi dei diversivi o ancora se sia perchè voglio sempre sfidarmi. “Sfidarmi” intendo sempre nelle mie possibilità, perchè per ora più in là di un triathlon sprint (quest’anno omologato su tutte le distanze) non mi sono mai spinta.

Rimane sicuro al 100% che dopo i 10 anni, devono aver effettuato un abile scambio di bambine tra me e un’altra che fino ad allora era una campioncina di nuoto (e in che stile, delfino!); altrimenti non si spiegherebbe questo mio stile a pesce palla che mi permette di uscire sempre “agilmente” tra le ultime dall’acqua. Anche quest’anno, non ho tradito le aspettative, quart’ultimo tempo. Ok, ok, non mi ero allenata, avevo nuotato solo una volta 2 settimane fa. Ma perdinci, uscire quart’ultima vuol dire veramente aver nuotato all’indietro!

Sorvolando ciò che già mi immaginavo, quando sono zompata sulla bici, ho capito che era tutta un’altra storia e mi sono subito galvanizzata. Il problema è che dopo aver superato una persona nel primo km, all’orizzonte poi mi presentava solo la strada deserta e la campagna. Anzi no, c’erano i volontari che indicavano la strada (sant’uomini). Cioè ho avuto un attimo in cui mi sono chiesta: “Ma dove caz son finite le altre atlete?” (mica che mi sia venuto in mente che se esco dopo 7-8 minuti rispetto alle altre, loro magari sono più avanti. Molto più avanti.) Vabbè, di buona lena, ho messo la testa bassa, bella incassata tra le spalle e ho iniziato a spingere. E spingi che ti spingi, ho acchiappato un gruppettino. Il simpatico gruppettino ovviamente mi è rimasto attaccato dietro come carta moschicida, perchè io non capisco niente di scie e robe simili. Se non che in cima alla salita, una ragazza mi biascica qualcosa che alle mie orecchie risulta come “vado avanti”. E io che le dico “vai, vai, tranquilla” E penso: ma guarda te come sono gentili le triatlete, che ti avvisano anche di come vogliono spostarsi. E invece il messaggio (reiterato, visto che era chiaro dal mio gesto di vigile urbano di passare avanti, che non avevo capito una cippa) era: “cambia e metti quella davanti!” [….] (queste parentesi con i puntini è ciò che passa nella mia testa quando probabilmente provano a parlarmi in cinese)

ehm … “cosa?” – “il cambio, la moltiplica! Così fai meno fatica” – “Ah ok!!! ah no guarda, è rotta, cioè non si sposta. Oppure non so fare io, ma è lo stesso” – “Ma così fai fatica!” – “Se vabbè, tanto sono abituata!” Chissà cosa avrà pensato la (comunque) gentil triatleta (se mai leggerai, grazie!). MA, il destino beffardo, mentre pedalo a millemila pedalate insensate, è in agguato: mentre scendo ai 50km/h in picchiatissima (sì, proprio come mi ero immaginata qui), un pezzo di carta scotch (poi qualcuno mi spiegherà PERCHE’ un pezzo di carta scotch si trovasse in MEZZO a una strada di campagna, ma vabbè intanto io penso con “simpatia” a chi l’ha buttato) si insinua abilmente tra la ruota e il freno dietro. Rallento. Freno. Mi fermo. D’OH! [ç*A°°°°*O!!!WTF] Serie di imprecazioni. Il gruppetto moschicida mi sfreccia accanto e mi supera. Pulisco il freno, e mi rimetto su. Giammaiiiiiiii! Riacchiappo il gruppo, Mi rimetto davanti. Prefontaine è con me, ogni tanto anche lui si dà al triathlon. Se vogliono superarmi se la devono guadagnare, tsè!

Arrivo in zona cambi, finalmente, corro! Cioè anzi “finalmente corro” con l’esclamativo è un po’ esagerato, perchè il livello di cottura inizia a essere sostanzioso, lo capisco dal fatto che il mio cervello non connette che devo agganciare la sella alla rastrelliera in un certo senso e continuo a metterla su al rovescio (le scimmie di Homer mi fanno un baffo). Tanto che il gruppo moschicida mi supera di nuovo, maledizione! Ok, ce la faccio e inizio a correre. Inizio a sorpassarne: una, due, tre …

Sento un: “Sei bravissima, devi solo cambiare il meccanico!” Ma che grande, è la gentil triatleta che sto superando! Continuo, come Forrest, l’unica differenza è che non ho il pallone in mano. Ho un attimo di affanno, credo di non farcela, Sento il cuore che mi sta venendo fuori dagli occhi, manco dalla giugolare. Attenzione: individuo davanti a me una certa soggetta … è alle prime armi. Ok, chiaro recepito il messaggio, la mia testa quando vuole stimolarmi sa sempre dove andare a parare: se ti arriva davanti, non sei più degna manco di allacciarti un paio di scarpe da running. Ed è vero, perdindirindina! Ma mica mi sveglio alle 6 di mattina per pettinare delle bambole!. La raggiungo e la supero e proseguo.

Ultimi incitamenti amici, sono al traguardo! Ma quanto son felice? Dopo 5 mesi, mi ero dimenticata di quanto fosse bello gareggiare e farlo “a casa propria” ha reso tutto un po’ più speciale. 12° posto e ok, in acqua la Concordia tiene più di me, ma nella bici e nella corsa sono riuscita a tenere più o meno gli stessi tempi dello scorso anno. E oggi di nuovo, la maratona di Valencia mi è sembrata un po’ più vicina.

Ah, menzione speciale a [f]³ per l’organizzazione (super e a prova di temporali :)) ma soprattutto … per la maglietta STUPENDA! (e detto da me, che di solito sbologno TUTTE le t-shirt che mi danno alle gare ai miei genitori…)

13 thoughts on “Quel che resta di un triathlon

  1. Eccomi qui… il grillo di pinocchio..(ovvero la tua coscienza)…
    ora non sono qui per farti un cazziatone…ma per sottolineare ai tuoi occhi e a quelli degli altri di come…i momenti neri passino…e di quanto la frase “non può piovere per sempre” sia vera.

    Poco, pochissimo tempo fa, avevi incamerato una paura quasi maniacale, che ti portava a controllare ogni buca, nel timore di poterti far di nuovo male… e parlavi di SMETTERE DI CORRERE…

    Oggi… sorridi ma storci un pò il muso, al dodicesimo posto in un triathlon.

    Auguri a te stessa, ed un sorriso, per quanto in così breve tempo sei riuscita a regalarti.
    Brava Anne ;-)

  2. Che donna… che donna che sei! Davvero superlativa!
    Un bacione.
    Ps. devo dire che il triathlon mi stuzzica non poco, ma per il momento è meglio se continuo con il solo running e il basket :)

    bacioni

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